Negli ultimi anni il numero di bambini e ragazzini che manifesta specifici disturbi d’ansia ha raggiunto un livello tale da costituire un vero e proprio allarme sociale. Pare che il 21% dei ragazzi di 8, 12 e 17 anni presenti una sintomatologia tale da giustificare una diagnosi di ansia.

L’ansia in età infantile è strettamente legata alla paura.

Durante l’età scolare le paure più frequenti sono per gli animali, i vampiri, i lupi, gli alieni, le streghe, gli insetti, gli eventi naturali. Verso i 7 anni inizia a comparire la paura della morte e cresce la paura legata a prestazioni scolastiche  o sportive. La fascia di età più delicata per l’emergere di preoccupazioni importanti si colloca tra le seconda e la quarta elementare. Solitamente le paure infantili svaniscono, anche se intense, abbastanza velocemente, salvo ripresentarsi prima di andare a letto, uno dei primi momenti di separazione.

Non è facile per genitori e insegnanti discriminare tra una paura normale ed un’ansia patologica: l’ansia è normale e prevedibile in certi momenti dello sviluppo, soprattutto durante i salti evolutivi, come nella separazione dai genitori, oppure quando i bambini rimangono soli al buio o durante un temporale.

Diventa un problema se interferisce con le consuete attività giornaliere, le rende più complesse e sofferenti, durante la scuola, a casa o in compagnia di altri coetanei. L’ansia non deve infatti essere avvertita dal bambino come pervasiva, troppo intensa e disorganizzante.

L’unico modo che abbiamo per capire che genere di ansia prova il nostro bambino è osservare il suo comportamento e conoscere più da vicino che cos’è e come si manifesta l’ansia.

L’ansia può essere un’emozione, uno stato fisico, pensieri o credenze perturbanti. Comprende preoccupazioni, fissazioni, tic nervosi, ossessioni…e paura estrema. La maggior parte dei bambini è ansiosa di tanto in tanto, altri lo sono quasi sempre. Il contrario di preoccupazione, o ansia, è la fiducia che andrà tutto bene.

L’ansia comporta un problema nella regolazione delle emozioni e nasce dalla tendenza a percepire l’emozione che si sta provando come inaccettabile, fastidiosa o troppo dolorosa. Le più comuni manifestazioni d’ansia  in età infantile sono:

  • Minzione frequente
  • Disturbi Gastrointestinali
  • Incontinenza
  • Pensieri ansiosi
  • Credenze pessimistiche
  • Ruminazione mentale
  • Rigidità cognitiva
  • Tic nervosi
  • Stato emotivo di allarme, sentirsi sempre in guardia
  • Timori di cose specifiche reali/immaginari
  • Tendenza a percepire il mondo come minaccioso
  • Evitare tutto ciò che può suscitare paura
  • Pattern di comportamento come timidezza, essere appiccicoso, indecisione, perfezionismo
  • Crescenti richieste di rassicurazione

 

CHE COSA PUÒ FARE UN GENITORE CON UN FIGLIO ANSIOSO?

  1. Educare con empatia

Il primo passo è l’empatia, cioè la capacità di sentire ciò che vostro figlio sente: che cosa si prova ad essere dentro la sua testa che lo fa sentire così ansioso? Senza empatia è facile respingere le sue paure. Risposte non empatiche potrebbero essere: “non essere sciocco”, “non c’è niente di cui aver paura”, “hai paura solo tu”… Chiaramente non vogliamo essere sprezzanti: vogliamo rassicurarlo, aiutarlo a calmarsi, alleviare le sue sofferenze, tuttavia il bambino può facilmente sentirsi sminuito. Dicendogli così in realtà lo stiamo liquidando. Il contrario di liquidare è RICONOSCERE: “mi sembri un po’ spaventato, vuoi darmi la mano?”, “se avessi avuto quell’ incubo anche io mi sentirei così”, “anche se alla fine è andato tutto bene so che eri molto preoccupato”. Se pensiamo ad una delle paure più comuni, la paura del buio, spesso la trascuriamo perché noi sappiamo che i nostri figli sono al sicuro… ma loro non sono in grado di aggrapparsi a quest’ idea confortante, hanno bisogno che noi accettiamo che loro sono spaventati.

  1. Non ridicolizzare

Chi siamo noi per affermare che la preoccupazione di un bambino è ridicola? Certo, i mostri sotto al letto non sono reali, ma la paura si! Il ridicolo è un vicolo cieco. Se i bambini non si sentono compresi, tra noi e loro si crea un muro che non gli permetterà di condividere con noi le paure più profonde. Molte paure infantili sono proprio così, troppo grandi da descrivere a parole, per cui spesso i bambini le trasformano in qualcosa di reale come una brutta ombra sul soffitto. Il conforto e la connessione sono le cose di cui necessitano maggiormente soprattutto prima di andare a dormire.

  1. Non giudicare

Ricordiamoci di astenerci sempre dal giudicare la legittimità delle paure: tutte le paure sono valide, poiché sono la riflessione di sentimenti che si stanno provando. Questo non significa che dobbiamo condividere, nel senso di esser d’accordo, con una paura che riteniamo non abbia molto senso, però una frase “vedo che hai paura” è sincera e non giudicante, perché accoglie la paura, non la situazione che la genera, mentre dire “perché hai paura del buio, solo tu ce l’hai!”  fa passare il messaggio che i sentimenti provati sono sbagliati.

I bambini si sentono rassicurati meglio dopo che i loro sentimenti sono stati convalidati. Quando si sentono capiti sono più propensi ad apprezzare ciò che diciamo loro. Il modo migliore e più semplice per convalidare i sentimenti di un bambino è rifletter ciò che loro ci dicono.

  1. Proiettare fiducia rasserenante

Ovviamente non possiamo pretendere che i bambini superino le loro paure se non diamo il buon esempio. I bambini hanno bisogno di vedere che mettiamo in pratica noi per primi ciò che predichiamo. Dobbiamo essere noi in prima persona a uscire dalla nostra ansia, solo così potremo sottoporre ai bambini una serie di piccole sfide, ciascuna più grande della precedente. Ciò significa inevitabilmente frustrazione e dolore, che dobbiamo imparare a tollerare.

È un lavoro difficile perché il bambino ansioso è ipersensibile all’ansia e meno sensibile alla calma delle persone: se siete in ansia vi beccherà subito, se vi mostrate calmi e comprensivi sarà comunque un percorso che richiede costanza. Potrebbe anche essere che l’esempio calmo e rassicurante non siate sempre voi genitori; a tutti capita la giornata storta, o particolarmente triste, in cui non si sarebbe molto di aiuto…in questi casi è importante affidarsi al partner o a chi in quel momento è in grado di inviare al bambino messaggi del tipo “io sono tranquillo, perciò tu sei al sicuro” che per voi in quel momento potrebbe essere difficile. È importante che i bambini ansiosi vengano sempre spinti verso nuove sfide, altrimenti gli si riconferma l’idea che in effetti un pericolo c’è.

Tutto ciò è importante che passi ai vostri figli attraverso il GIOCO. Il gioco fisico, in particolar modo, aiuta i bambini ad entrare in contatto con voi e a liberare alcune emozioni che fanno fatica ad uscire. Quindi… mettetevi per terra con i bambini e fate la lotta con i cuscini o permettetegli di rannicchiarsi su di voi! Programmare regolarmente dei momenti di giochi fisici promuovono la fiducia in se stessi e permettono loro di ricreare un senso di connessione con voi.