Il sonno è uno degli aspetti più complicati e che più spaventa i genitori nei primi mesi dall’arrivo di un figlio. In questa fase delicata, mamma e papà spesso sono preoccupati che il proprio bambino non dorma o non dorma a sufficienza e faticano a gestire i continui risvegli e i pianti improvvisi nel cuore della notte. Poi ci sono i dubbi: dove è bene che dorma, nel lettone con noi, nella culla oppure già nella sua cameretta? Cosa dobbiamo fare quando si sveglia? Stanchi e confusi, i genitori iniziano a procedere per tentativi, vivendo spesso un senso di frustrazione e di fallimento relativo al proprio ruolo genitoriale.

Tuttavia, prima di farsi prendere dal panico e allarmarsi inutilmente, è bene avere alcune informazioni sul sonno.

Perché è così importante il sonno nei bambini?

Il neonato ha bisogno di dormire perché il suo sistema nervoso è ancora immaturo e durante il sonno viene secreto un ormone della crescita, la somatotropina, che gli permette di sviluppare al meglio le proprie potenzialità fisiche e psichiche. Allo stesso tempo, i bambini che riposano bene sono più in grado di far fronte alla giornata, di cogliere e rispondere gradualmente agli stimoli dell’ambiente.

Dal sonno dei bambini dipende anche il benessere dell’intera famiglia. Un neonato che dorme, infatti, concede ai genitori di riposare e prendersi cura di lui con maggiore serenità e lucidità.

Come è la fisiologia del sonno dei neonati?

Durante il primo mese di vita, il piccolo dovrebbe dormire circa 16/18 ore al giorno, ma il numero di ore di sonno dipende anche da altri fattori quali ad esempio il temperamento, le pratiche dei genitori e le abitudini della famiglia.

I cicli di sonno sono molto brevi (45-50 minuti) e formati dall’alternanza in quantità uguali di fasi di sonno profondo e quelle di sonno leggero affinché sia facile per lui risvegliarsi in caso di disagio (es. senso di fame, mal di pancia, pannolino bagnato ecc.). Quando il bambino ha un problema, si sveglia e piange per attirare l’attenzione di chi si prende cura di lui e risponde ai suoi bisogni. I frequenti risvegli, pertanto, sono fisiologici perché permettono la sopravvivenza del neonato!

A partire dal primo mese di vita il bambino inizia a organizzarsi seguendo il ciclo luce-buio. I genitori, in questo periodo, hanno un ruolo importante e devono assumere buone pratiche e abitudini per aiutare il piccolo a iniziare a differenziare il giorno dalla notte.

Con la crescita le ore di sonno diminuiscono gradualmente (ad es. vengono eliminati o accorciati alcuni riposini giornalieri) perché, con lo sviluppo e l’acquisizione di nuove competenze, il bambino desidera sperimentarsi ed esplorare ciò che lo circonda.

Quando è presente un disturbo del sonno?

Solitamente si può parlare di disturbo del sonno quando la qualità del sonno è intaccata e tali difficoltà inficiano significativamente anche il riposo di mamma e papà. Un bambino che al suo risveglio sembra affaticato e nervoso, appare poco coinvolto e reattivo, è un bambino che dorme male o non a sufficienza e ostacola i genitori nel loro compito di accudirlo e gestire le sue richieste.

Cosa fare? Prima di parlare di disturbo del sonno è bene rivolgersi al proprio pediatra per escludere problemi di origine organica (es. reflusso gastroesofageo, ingrossamento delle tonsille, asma, otite ecc.). Una volta esclusi tali problemi, è importante fermarsi a riflettere su alcuni aspetti: le caratteristiche temperamentali del proprio figlio (es. livelli di attivazione, sensibilità, fase del ciclo di vita), i fattori comportamentali (es. abitudini e rituali) e quelli ambientali (es. stimoli esterni, stile di accudimento, situazione familiare). E’ possibile, infatti, che il problema nasca da un’errata combinazione di tali fattori, su cui si può intervenire per modificare le abitudini del sonno.