Quando il bambino passa dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare sperimenta una trasformazione della sua vita sociale. Le sue energie iniziano a distogliersi dai rapporti intimi e privilegiati con la sua famiglia per essere investite nella scuola e nei rapporti tra pari. La mamma non è più l’unico essere al centro del suo universo: ora al centro c’è lui stesso. Quando comincia la scuola, infatti, il bambino deve adattarsi a persone diverse dai suoi genitori e questo gli permette di sperimentare nuove ed ambivalenti emozioni. Il bambino può iniziare a scegliere le persone con cui stare e con loro diventano possibili le discussioni e i litigi, perché ora contano le idee di tutti e non solo le sue. Il bambino scopre così la vita sociale e fa esperienza di un ambiente che si presenta, dal punto di vista affettivo, molto più indifferente rispetto a quello vissuto in famiglia con i suoi genitori. Deve adattarsi a inevitabili costrizioni a cui non è abituato, imparando a gestire la frustrazione e a modulare le comunicazioni con gli adulti e con i compagni di scuola. Questa sorta di svezzamento affettivo, se non è brusco e il bambino è in grado di sostenerlo, con i suoi tempi, lo rende più vigoroso e autonomo. Grazie ai compagni di classe in primis, e poi a quelli dell’oratorio, del calcio, del catechismo, per i bambini inizia l’età in cui si costruiscono forti legami affettivi e di intimità con l’amico o l’amica del cuore con i quali è bello parlare, essere vicini di banco, ritrovarsi dopo la scuola a casa l’uno dell’altro, vivere insieme le feste di compleanno. Mano a mano che i bambini crescono, i genitori si sentono sempre meno al centro della loro vita e sono costretti ad adattarsi ai loro cambiamenti e a modificare i propri comportamenti.

Oggigiorno, il contesto sociale in cui il bambino è immerso non è solo quello “reale”, ma anche quello “virtuale”; entrambi hanno un ruolo importante nello sviluppo delle competenze sociali e relazionali dei figli.

Cerchiamo di capire meglio di che cosa stiamo parlando.

 

Le funzioni delle relazioni virtuali

Sia le relazioni dal vivo sia le relazioni virtuali assolvono a importantissime funzioni per la crescita e lo sviluppo delle competenze relazionali e della personalità del bambino. In particolare aiutano il bambino in tre importanti compiti evolutivi:

1) COSTRUZIONE DELL’ IDENTITA’

I bambini nel loro percorso di crescita dovranno costruire la propria identità personale e sociale. Ciascun bambino ha bisogno di sperimentarsi e di capire come vorrebbe diventare, a che cosa si sente di appartenere e rispetto a che cosa si sente distante. Questo è vero nel mondo delle relazioni dal vivo, pensiamo ad esempio alla scelta dello sport che gli piace o alla scelta del compagno di banco, quali sono i suoi gusti culinari, che cosa lo fa arrabbiare o che cosa lo rende felice… Allo stesso modo anche nel mondo social il bambino ha modo di sperimentarsi e, anzi, ancora di più che dal vivo, in questo contesto i ragazzi possono scegliere quale parte di sé mostrare, perché in un certo modo i social li proteggono. Pensiamo ad esempio alla scelta della foto in cui si sentono più belli o allo scrivere frasi a effetto o che abbiano contenuti più in voga in quel momento. Si possono iscrivere ai gruppi e capire se si sentono affini a un pensiero piuttosto che ad un altro. Inoltre, così come dal vivo la scelta delle scarpe nuove dipende anche dal feedback che dà il compagno, anche nella realtà virtuale i riscontri ricevuti ma anche non ricevuti (per esempio una foto su fb che non riceve like) sono strumenti di definizione della propria identità in costruzione. Anche solo avere o non avere molti amici su facebook o seguaci su instagram fa sentire adeguati o meno.

In rete i ragazzi acquisiscono nuove categorie mentali rispetto a sé, all’altro, e al mondo, attivano nuove rappresentazioni di sé che poi portano con loro anche quando si disconnettono e tornano a interagire nella realtà dal vivo. Questo ci dice che la costruzione dell’identità è un processo che segue un continuum dove la realtà virtuale e quella dal vivo si fondono e diventano un tutt’uno. Dal vivo si parla di quello che accade sui social e sui social si parla di quello che accade nelle relazioni dal vivo.

2) SVILUPPO AFFETTIVO E SOCIALE.

I bambini devono imparare a entrare in relazione con persone diverse, in contesti diversi, calibrando via via modalità e comportamenti di interazione.  Con i social media i ragazzi sono in connessione costante con più amici contemporaneamente e hanno scambi veloci e immediati, possono creare nuovi legami con persone fisicamente lontane basate su interessi comuni. Questo perché la comunicazione virtuale facilita l’immediatezza dei contatti e permette di procedere più celermente. Inoltre, così come i social permettono di costruirsi via via un’immagine di volta in volta diversa, permettono altresì di sperimentare nuove modalità di relazione fino a trovare quelle che risultano più adeguate alle proprie caratteristiche personali. I legami sui social sembrano meno vincolanti e quindi sembra essere uno spazio ideale per fare dei tentativi. Se non si vuole più dialogare con l’altro è sufficiente spegnere il computer o uscire dall’applicazione sullo smartphone. Non a caso i ragazzi preferiscono di gran lunga discutere online piuttosto che dal vivo. La realtà virtuale ha una funzione di scudo: non ci si sente completamente esposti allo sguardo dell’altro.

3) ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI

Così come nel mondo dal vivo i ragazzi vivono la dimensione emotiva, questo avviene anche nella realtà virtuale: si possono arrabbiare per un rifiuto, rimanerci male per un mancato consenso, essere felici per un apprezzamento, sorprendersi per una richiesta di amicizia. Ovviamente nei social viene meno l’aspetto non verbale della comunicazione: la mimica, il tono della voce la postura, e per tale motivo sono state create le emoticons o vengono utilizzati alcuni escamotages stilistici (carattere maiuscolo/minuscolo…). Questo modo di esprimere le emozioni le rende maggiormente governabili perché possono anche non rispecchiare pienamente come ci si sente.

 

In conclusione…

Alla luce dell’importanza rivestita anche dalle relazioni social nel processo di sviluppo del bambino è fondamentale fare un ultima riflessione: è importante cercare di non cadere nella tentazione di fare un discorso di giudizio o di valore: “sono meglio le relazioni dal vivo o via chat”; “è meglio mascherare o mostrare le emozioni”…

Piuttosto, è fondamentale riconoscere e tenere sempre a mente la differenza tra i due modi di comunicare e le peculiarità, i vantaggi e gli svantaggi che ciascuno offre ai bambini come agli adulti. Non esiste una modalità relazionale più adeguata e una meno adeguata, esistono entrambe, reale e virtuale, e per poter educare i bambini al loro miglior utilizzo è indispensabile conoscerle approfonditamente.