L’attacco di panico è una manifestazione d’ansia estremamente intensa, breve e transitoria a cui in passato ci si riferiva con il termine “angoscia”. Un “attacco di panico” è un periodo ben limitato di intensa apprensione, paura e terrore, durante il quale vengono avvertiti almeno quattro dei seguenti sintomi:

  1. Palpitazioni e tachicardia;
  2. Sudorazione;
  3. Tremori;
  4. Sensazione di soffocamento;
  5. Dolore al petto;
  6. Nausea o disturbi addominali;
  7. Sensazioni di sbandamento, instabilità o svenimento;
  8. Derealizzazione o depersonalizzazione (spiacevole sensazione che se stessi o la  realtà circostante non sia vera o sia alterata);
  9. Paura di perdere il controllo o di impazzire;
  10. Paura di morire;
  11. Parestesie (sensazioni di torpore e formicolio);
  12. Brividi o vampate di calore.

Caratteristiche situazionali dell’attacco di  panico

Alcuni attacchi si presentano in occasione di una situazione specifica. Si manifestano durante l’attesa o durante l’esposizione ad un determinato stimolo. Per esempio, una persona con la fobia dei topi che viene a trovarsi a contatto diretto con dei topi in cantina, in quella specifica circostanza di estrema paura sperimenta un attacco di panico.  In questi casi il rapporto stimolo (topi) – risposta (ansia intensa) è spesso noto a chi manifesta l’attacco: la paura inizia e termina in concomitanza con l’esposizione alla situazione temuta.

Diverso e meno intuitivo è invece il caso degli attacchi di panico inaspettati e non provocati. L’attacco sopravviene del tutto inatteso, soprattutto le prime volte, sorprendendo e  sconvolgendo la persona che lo sta esperendo. Ha un inizio improvviso e raggiunge il massimo dell’intensità in pochi minuti. Il panico può manifestarsi mentre si è al cinema, in coda alla posta, in macchina, al lavoro o a casa. In molti casi ci si può sensibilizzare ai luoghi in cui si manifesta la prima volta e insorge la paura di stare male nella stessa situazione o in altre simili. L’esperienza soggettiva più comunemente descritta è di aver creduto di avere un infarto o un ictus e di essere sul punto di morire. Altre esperienze che vengono riferite sono di aver pensato di essere sul punto di “impazzire” o di “perdere completamente il controllo”.

In entrambe le situazioni la persona si fa accompagnare a casa o si fa raggiungere da un familiare.

Il più delle volte gli attacchi restano isolati e non lasciano conseguenze, altre volte si ripetono e innescano forte disagio e sofferenza. In quest’ultimo caso l’attacco di panico si trasforma nel tempo in un vero e proprio disturbo. Il disturbo di panico, più frequente nel sesso femminile, è generato da esperienze ricorrenti e inaspettate di attacchi di panico a cui fanno seguito, per un periodo non inferiore ad un mese, persistenti preoccupazioni di poter sperimentare nuovi attacchi e significative alterazioni del proprio atteggiamento e comportamento proprio per far fronte all’intensa preoccupazione.

Come curare gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico, siano isolati o più frequenti, generano grande sofferenza e la sensazione di non essere in grado di gestirli e controllarli. Spesso il panico si attiva con la sola “paura di avere paura”, ossia attraverso l’ansia anticipatoria. La vita delle persone che ne soffrono diventa molto limitata e faticosa. Ma guarire è possibile. Come?

Innanzitutto, a seguito della prima manifestazione, è consigliabile sottoporsi ad accertamenti medici con l’obiettivo di escludere altre possibili cause dei sintomi provati. Questo perché altre condizioni mediche, come una disfunzione della tiroide, alcuni tipi di epilessia o aritmie cardiache potrebbero causare sintomi simili a quelli del panico.

Escluse le cause di tipo organico è fondamentale identificare uno psicoterapeuta di fiducia con cui poter iniziare a lavorare su quella sensazione di panico tanto spiacevole. La difficoltà più grande, spesso, risiede proprio nel comprendere che gli attacchi “non passeranno da soli” ed è importante affidarsi all’aiuto di un esperto. La terapia cognitivo comportamentale è la più efficace per la risoluzione degli attacchi di panico. Insieme al terapeuta, la persona che soffre di attacchi di panico lavorerà per comprendere le cause più profonde della loro manifestazione, per dare un senso e un significato nuovo ai sintomi che si presentano, e apprenderà  abilità, tecniche e strategie con cui riconoscere e gestire la situazione di panico.

Il trattamento spesso è di breve durata e non necessita di un intervento farmacologico. In alcuni casi, tuttavia, la psicoterapia può essere combinata ad un trattamento farmacologico utile sia a ridurre l’intensità e la gravità degli episodi, sia a diminuire l’ansia anticipatoria. Non appena la persona sente i suoi attacchi meno intensi e frequenti, solitamente si sente anche più capace di affrontare, col supporto del terapeuta, situazioni prima temute e paralizzanti. Attraverso questo lavoro introspettivo la persona impara ad essere pronta a riconoscere i potenziali fattori scatenanti il panico e a gestire le proprie manifestazioni emotive, corporee e comportamentali così da saper far rientrare, in autonomia, la situazione di crisi. La sensazione di maggior conoscenza e controllo di sé genererà serenità, benessere e sicurezza nei diversi contesti di vita.

BIBLIOGRAFIA

  • American Psychiatric Association (2001), DSM V, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina.
  • Sanavio E., Cornoldi C. (2001), Psicologia Clinica, Il Mulino.
  • Ghezzani N. (2012), Uscire dal panico. Ansia, fobie, attacchi di panico. Nuove strategie nella gestione e nella cura. Franco Angeli.